Mastoplastica Additiva

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Quale protesi fa per te?
Esistono svariati tipi di protesi mammarie. In base alla forma si distinguono protesi:
- Rotonde: hanno una forma emisferica e sono ancora molto utilizzate.
- Anatomiche: sono protesi che ricalcano la reale morfologia del seno e, teoricamente, dovrebbero garantire un aspetto più naturale.
Le protesi possono avere una superficie:
- Liscia: attualmente poco usata.
- Ruvida: presenta una particolare rugosità detta testurizzazione, che conferisce maggiori garanzie rispetto alle protesi lisce, in particolare nei confronti della contrattura capsulare, che è una delle più temute complicanze di questo intervento. Attualmente le protesi con superficie ruvida sono quelle di gran lunga più utilizzate.
Per quanto riguarda il materiale di cui sono composte le protesi, quello più utilizzato è senza dubbio il silicone. Queste protesi presentano un rivestimento in silicone rigido ed una camera interna che contiene un particolare gel di silicone ad alta coesività che garantisce la resa estetica nel tempo e riduce al minimo la possibilità di fuoriuscita dello stesso in caso di rottura.
Esistono anche protesi che possono essere riempite con soluzione salina e protesi contenenti idrogel, che però attualmente sono poco utilizzate.
Galleria
Preparazione Preoperatoria

Prima dell'intervento la paziente dovrà effettuare:
- Visita senologica (con ecografia per le pazienti più giovani, mammografia per le pazienti sopra i 35-40 anni);
- esami ematochimici;
- elettrocardiogramma;
- radiografia del torace (solo in alcune pazienti);
- sospendere l'assunzione di aspirina e anticoagulanti almeno 10 giorni prima dell'intervento;
- sospendere l'assunzione di contraccettivi orali un mese prima dell'intervento;
- sospendere il fumo di sigaretta almeno 15 giorni prima dell'intervento;
- si richiede l'acquisto di un reggiseno di tipo elastico (da sport) della taglia stabilita da indossare dopo intervento e per le settimane successive;
- da evitare l'intervento di ingrandimento del seno durante o nei quattro-cinque giorni che precedono il ciclo mestruale.
- la terapia antibiotica va iniziata il giorno prima e proseguita per almeno quattro giorni dopo l'intervento.
Intervento
L'intervento richiede di solito l'anestesia generale anche se, in alcuni casi, è eseguibile in anestesia locale con sedazione.
In base a quanto pianificato viene eseguita l'incisione e viene creata la tasca in cui alloggerà la protesi sotto la ghiandola mammaria o sotto il muscolo pettorale.
Vie d'accesso per introdurre le protesi
L'incisione attraverso la quale verrà inserita la protesi può essere realizzata in regione:
- Periareolare: l'incisione viene realizzata sul contorno dell'areola, in genere nella metà inferiore, al margine esterno dell'area pigmentata;
- Sottomammaria: la protesi viene introdotta attraverso una piccola incisione di pochi centimetri nel solco mammario;
- Ascellare: l'incisione viene eseguita dietro il pilastro ascellare anteriore sul margine laterale del muscolo gran pettorale;
- Ombelicale: viene utilizzata raramente e comunque solo per le protesi che saranno riempite con soluzione fisiologica.
Piani di posizionamento delle protesi
Le protesi possono essere inserite in un piano:
- Sottomuscolare: al di sotto del muscolo gran pettorale;
- Sopramuscolare: sotto la ghiandola mammaria e sopra il muscolo gran pettorale.
Il posizionamento sottomuscolare delle protesi è particolarmente indicato in pazienti con mammelle poco sviluppate, magre e con cute sottile. Essendo posizionate al di sotto del muscolo gran pettorale le protesi (e la capsula che si forma intorno ad esse) risulteranno maggiormente protette in quanto ricoperte da uno strato di tessuto supplementare, rappresentato dal muscolo, e pertanto meno visibili soprattutto nella parte mediale e al polo superiore. Vi è inoltre una inferiore incidenza di contrattura capsulare.
Per contro le protesi per aumento dei seni sotto il muscolo tendono talvolta a migrare verso l'alto, e durante gli esercizi che coinvolgono il muscolo a creare deformità della regione mammaria. Nei seni abbassati (ptosici) non è indicato l'impianto sottomuscolare. Al contrario il posizionamento della protesi sopra il muscolo può essere inserita anche nei seni modicamente abbassati.
Il piano retroghiandolare (sopramuscolare) ha il vantaggio di dare un aspetto più naturale al seno aumentato, un postoperatorio meno doloroso ed evita i movimenti e la deformità dell'impianto che si possono avere con la contrazione muscolare. Il posizionamento di un impianto in sede retroghiandolare senza un'adeguato spessore dei tessuti di rivestimento presenta tuttavia alcuni svantaggi:
- visibilità dei margini dell'impianto
- palpabilità dell'impianto
- discesa dell'impianto nel polo inferiore con ptosi (bottoming)
- pieghe da trazione statiche nel quadrante supero mediale
- maggior visibilità della capsula periprotesica (se accentuata e contratta)
Una volta realizzata l'emostasi e posizionati i drenaggi in aspirazione (uno per lato), viene inserita la protesi. La paziente viene messa in posizione semiseduta in modo da valutare correttamente la forma e la simmetria. Viene eseguita la sutura per strati del sottocute e della cute. L'intervento si conclude con la medicazione elasto-compressiva e l'applicazione del reggiseno modellante.
La durata è di circa un'ora e mezzo.
A seconda delle singole situazioni di partenza si possono rendere necessarie ulteriori procedure come l'asportazione di porzione di cute attorno all'areola, un sollevamento della mammella (mastopessi) o il rimodellamento della ghiandola mammaria.
Periodo post-operatorio
I drenaggi vengono rimossi dopo 24 ore e la paziente può essere quindi dimessa e la terapia antibiotica continuata.
Viene realizzata una sutura profonda in due piani ed una sutura intradermica con filo a lento riassorbimento. Non sarà pertanto necessario rimuovere alcun punto di sutura.
Il reggiseno va indossato giorno e notte per tre settimane e quindi solo di giorno per altre due.
Possibili complicanze
In alcuni casi è possibile che si verifichi: sanguinamento con sviluppo di ematoma, sieroma (accumulo di liquido), infezione, malposizionamento della protesi, cicatrizzazione patologica, contrattura capsulare.
A distanza di tempo, anche di molti anni, in seguito all'invecchiamento dei tessuti dell'area mammaria, è possibile che l'aspetto del seno non sia più gradevole e che sia necessario reintervenire.
Le protesi di ultima generazione sono garantite per molti anni ed in certi casi a vita contro la rottura. Alcune ditte offrono anche una garanzia per 10 anni in caso di contrattura capsulare di grado elevato. Ciò significa che, nel caso si verifichi questa complicanza e vi sia la necessità di reintervenire chirurgicamente, la protesi viene sostituita gratuitamente.